L’Uomo Lupo

     L’ombra del lupo

L’Uomo Lupo

di George Waggner

Titolo originale: The Wolf Man
Usa, 1941, 70′
Sceneggiatura: Curt Siodmak
Fotografia: Joseph Valentine
Montaggio: Ted Kent
Musica: Charles Previn, Hans J. Salter, Frank Skinner
Scenografia: Jack Otterson
Effetti speciali trucco: Jack P. Pierce
Interpreti: Lon Chaney Jr. (Larry Talbot / L’Uomo Lupo), Claude Rains (Sir John Talbot), Ralph Bellamy (Colonnello Montford), Warren William (Dr. Lloyd), Patric Knowles (Frank Andrews), Bela Lugosi (Bela), Maria Ouspenskaya (Maleva), Evelyn Ankers (Gwen Conliffe), Fay Helm (Jenny)
Produzione: George Waggner per Universal Pictures
Distribuzione: Universal Pictures

In programma Martedì 24/10/23 – ore 19:00 – Savoia Cityplex

Larry Talbot torna al paese natale in Galles, dopo un lungo soggiorno in America e si riunisce al padre Sir John. Una sera, soccorre una ragazza aggredita da un lupo, che si rivela però un licantropo. Morso dalla bestia, Larry si trasforma in un Uomo Lupo ogni notte di luna piena, una maledizione che né gli affetti familiari né l’amore riescono a arginare.

Sul film:
L’antico mito del lupo mannaro illustra come tanti altri miti la lotta del Bene e del Male nell’animo umano. Il Male prende la forma grafica della bestia, il pentimento la forma umana (…). Come Edipo, Talbot deve combattere una sorte personale (il fato) dalla quale, da un lato, si sente perseguitato, mentre dall’altra parte il proprio carattere cospira per distruggersi. Egli è portato a una presa di coscienza (della sua natura mostruosa), a una coscienza di sé stesso così straziante da fargli considerare la morte come una liberazione. Come l’Antigone di Sofocle, The Wolf Man manifesta una doppia tragedia: quella di un giovane passionalmente auto-distruttivo, e quella di un vecchio padre i cui sensi meschini dell’autorità e della disciplina comportano la rovina del figlio.
(Curt Siodmak, da “Il cinema dei licantropi”, di Riccardo Esposito, Fanucci 1987)

George Waggner
Regista, sceneggiatore e produttore, nato a New York nel 1894, dopo una formazione da chimico e aver servito sotto le armi nella Prima Guerra Mondiale, si reca a Hollywood per seguire una carriera d’attore. In seguito passa alla regia e si specializza nei generi d’azione, come il western e il bellico. Tuttavia, è ricordato soprattutto per il suo exploit nell’horror, con il successo de L’Uomo Lupo, in cui riprende Lon Chaney Jr., con cui aveva lavorato poco prima in Man-Made Monster. Nel 1960 si sposta in televisione, dove dirige puntate per serie come Batman, Il calabrone verde e Organizzazione U.N.C.L.E. È stato anche autore di alcune canzoni, utilizzate nei suoi film. È scomparso a Los Angeles nel 1984.

La critica:
La sceneggiatura di Curt Siodmak è sapiente nel creare il modello al quale si rifaranno a lungo tutte le figure di licantropo dello schermo: Talbot incontra il Male in Europa (…), la sua metamorfosi porta in luce la bestia che è in lui ma che si ibrida con la sua natura umana. (…) Mentre il mondo stava sprofondando nella follia di un’altra guerra mondiale l’America esorcizzava così le paure che il proprio coinvolgimento con un’Europa ancora incivile e barbara portava con sé.
(Daniela Catelli, da “Ciak si trema”, Theoria, 1996)