Profondo

     Forme dell’acqua

Profondo

di Giuliano Giacomelli

profondoItalia, 2019, 87′
Sceneggiatura: Giuliano Giacomelli
Fotografia: Marina Kissopoulos
Montaggio: Francesca Addonizio
Musica: Gianluca Sibaldi
Scenografia: Tiziana Stefanelli
Interpreti: Marco Marchese (Leonardo), Marcella Valenti (Linda), Nicola Trambusti (Ion), Giovanni Visentin (Enea), Gianluigi Fogacci (Guido), Edoardo Siravo (Pescatore)
Produzione: Adalia Pessia per Ethika Entertainment
Distribuzione: Minerva Pictures, Multivision Pictures

Evento speciale – in collaborazione con Vicoli Corti

Leonardo, fotoreporter disilluso, insegue l’ultimo e più importante servizio: localizzare e fotografare il Diavolo Rosso, un mostro marino che, secondo il folklore locale, vivrebbe nelle acque antistanti un paesino di pescatori sull’Adriatico. La ricerca diventa ben presto una vera e propria ossessione, in cui Leonardo investe tutte le sue possibilità di riscatto.

Note di regia:
Dietro Profondo si cela una struttura narrativa ispirata a tanta letteratura statunitense come Moby Dick di H. Melville o Il vecchio e il Mare di E. Hemingway, ma c’è anche tanto cinema di successo come Lo Squalo di S. Spielberg in unione a “recenti” pellicole divenute subito dei cult come il fortunato Open Water di C. Kentis e All is lost di J.C. Chandor. Profondo è un film di genere ma anche un dramma psicologico, che unisce il folclore ad elementi tipici del beast movie per parlare, in realtà, di paure, ossessioni e nevrosi che risiedono nella mente umana e che non aspettano altro che venire a galla.
(Giuliano Giacomelli)

Giuliano Giacomelli
Nato a Isola del Liri, in provincia di Frosinone, si avvicina al cinema da autodidatta, mostrando sin da subito una particolare predilezione per il cinema di genere. Nel 2013 si laurea presso il Dipartimento di Arti Musica e Spettacolo (Dams) di Roma Tre, con una tesi sul Gotico Padano e il thriller rurale italiano. Nel 2010 co-dirige con Lorenzo Giovenga l’horror indipendente La progenie del Diavolo, cui segue, l’anno dopo, il ruolo di assistente alla regia in Across the River – Oltre il Guado, di Lorenzo Bianchini. Nel 2015 è la volta del cortometraggio Gemma di Maggio, in cui recita anche Franco Nero. Nel 2016, inizia a lavorare alla sua opera prima, Profondo, che lo impegnerà per i tre anni successivi.

profondofilm

La critica:
La sfida tecnica può dirsi vinta nella misura in cui Profondo amministra bene le risorse a disposizione, evitando quell’esibita artigianalità che spesso è la caratteristica tipica e l’elemento più riconoscibile degli “indie” all’italiana. E, anzi, riesce a creare dei momenti molto suggestivi, grazie a un uso funzionale e a tratti poetico delle luci (di Marina Kissopoulos) e del suono. Giocando anche con le aspettative, come con quel prologo con i pescatori intervistati, quasi un possibile rimando a logiche da mockumentary e che invece poi lascia spazio a un dramma giocato spesso sui silenzi e su una linearità stringata che, partendo da una sola idea, non prevede particolari detour dalla traccia portante.
(Davide Di Giorgio da duels.it)