Ossessione Horror: Omaggio a Fabio Salerno
L’altra dimensione
di Fabio Salerno

Italia, 1993, 78′
Sceneggiatura: Fabio Salerno
Fotografia: Fabio Salerno
Montaggio: Fabio Salerno
Musica:
Assistenza alla regia:
Effetti speciali: Fabio Salerno
Interpreti: Francesco Rinaldi, Maddalena Vadacca, Luigi Sgroi, Nadia Rebeccato, Piero Bellotto, Claudio Moneta, Lisa Carboni, Giorgia Chezzi, Marco Monzani
Produzione: Fabio Salerno, Rosa Manna Salerno per Fabio Salerno Produzioni Horror
Distribuzione: Oblivion Film
In collaborazione con Oblivion Film
Quanti di voi si sono trovati protagonisti di storie incredibili? Alcuni non osano parlarne…altri non lo possono più fare. Tre di queste storie sono state raccolte in un unico film , denso di passioni, di orrori e di sangue. Qualcuno potrà riconoscersi in questi racconti che sembrano il frutto di fantasia ma… fanno parte dell’altra dimensione…
Fabio Salerno
Regista seminale e autentico apripista dell’horror indipendente italiano che continuerà a caratterizzare la scena dopo gli anni Ottanta. Nato a Milano nel 1965, inizia a manifestare la sua passione per il cinema appena quattordicenne, girando brevi film in Super 8, con cui forma una cifra personale e declinata ben presto verso l’horror, in quanto genere capace di esplorare un’ampia gamma di visioni e emozioni. Tra i suoi corti più celebri: Vampiri (1985), Mezzanotte (1986) e Arpie (1987). Con Oltretomba (1988) avviene il passaggio al formato 16mm che caratterizzerà il resto della sua produzione. Il primo lungometraggio è Notte profonda, presentato al Festival di Bellaria nel 1990 e al Fantafestival nel 1991, dove ottiene una menzione speciale della giuria. Nel 1993 è poi la volta di L’altra dimensione, secondo e ultimo lungometraggio che resta inedito. La tragica scomparsa avviene nello stesso anno.

La critica
L’altra dimensione è forse il suo lavoro più sofferto e lacerante: tre episodi sui temi dell’amore e della morte. Il primo episodio [è] Delirio. Istinto mortale, il secondo episodio, è ancora la storia di un abbandono sentimentale. Il terzo episodio, Eros e Thanatos, senza dubbio il migliore dei tre e forse il pezzo di cinema più valido di Fabio Salerno, narra con efficacia e intensità la storia di un’ossessione amorosa.
A Salerno non interessava mostrare lunghe serie di efferati delitti fini a se stessi, ma esplorare le zone in ombra che sono dentro di noi, penetrare con la macchina da presa nei territori in cui convivono realtà e sogno, lucidità e follia, vita e morte, percorrendo avanti e indietro, come per il movimento di un pendolo, le diverse e solo apparentemente opposte dimensioni.
(Vittorio Rifranti, da “Fabio Salerno: Ritratto di un esploratore dell’incubo”, in Amarcord n. 8-9, Igor Molino Editore, 1997)