Lúa Vermella (Red Moon Tide)

     Forme dell’acqua

Lúa Vermella (Red Moon Tide)

di Lois Patiño

redmoontide(Lúa Vermella)
Spagna, 2020, 84′
Sceneggiatura: Lois Patiño
Fotografia: Lois Patiño
Montaggio: Pablo Gil Rituerto, Óscar de Gispert, Lois Patiño
Scenografia: Jaione Camborda
Costumi: Judith Adataberna
Interpreti: Ana Marra, Carmen Martínez, Pilar Rodlos, Rubio de Camelle
Produzione: Felipe Lage per Zeitun Films, Amanita Films
Distribuzione: Lights On

Anteprima nazionale

In una città sulla costa galiziana, il tempo sembra essersi fermato. Tutte le persone sono paralizzate anche se si possono sentire le loro voci: parlano di fantasmi, streghe, mostri. Tre donne arrivano sul posto alla ricerca di Rubio, un marinaio del paese scomparso in mare.

Note di regia:
Sento che l’idea di un aldilà nasce da due esigenze essenziali: tenere vicini i defunti – che quindi non scompaiono – e dare forma all’incertezza del dopo morte. Leggende e credenze nascono per coprire quei vuoti, quegli spazi incerti che la morte genera. Da questa prospettiva, dalla genealogia della leggenda come una storia che cerca di rispondere all’inesplicabile, creiamo qui una storia attorno a due eventi misteriosi: il fenomeno cosmico della luna rossa e la scomparsa dei cadaveri dei naufraghi in questo mare-cimitero.
Nella città dove si svolge la nostra storia, tutte le persone sono paralizzate e perse nei pensieri. Come nel dipinto El Angelus di Millet, riferimento importante nel film, le persone non sono trattenute in modo artificiale, ma piuttosto l’immobilità sembra rispondere a un momento di raccoglimento e meditazione o addirittura di lutto. È su questa quiete introspettiva che articoliamo il linguaggio del film. Una forma narrativa che ci permette di esplorare la natura malleabile del tempo, passando dal suo fluire nella natura, alla temporanea sospensione dell’introspezione, o al tempo mitico-temporale-leggendario.
(Lois Patiño)

Lois Patiño
Ha studiato psicologia all’Università Complutense e cinema alla TAI Escuela Universitaria de Artes di Madrid. Ha poi proseguito la sua formazione tra New York, Barcellona e Berlino. Con il corto Montaña en sombra (2012) ha vinto premi ai Festival di Oberhausen, Clermont-Ferrand e Bucarest. E nel 2013, al Festival di Locarno, ha ricevuto il premio come miglior regista emergente con il suo lungometraggio Costa da Morte (2013), poi passato, fra gli altri anche al Festival dei Popoli.
Lúa vermella, prodotto da Zeitun Films, è il suo secondo lungometraggio.

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La critica:
Ancora una volta nel cinema di Patiño, il paesaggio condiziona il destino dei personaggi del film, ma in questa occasione la sua camera si avvicina di più ai volti e alle mani dei suoi compaesani. E osa persino, come fecero fra gli altri Sergio Caballero in Finisterrae e l’americano David Lowery in A Ghost Story, rappresentare i non viventi come esseri spettrali coperti da un lenzuolo bianco. Ma stavolta, su quelle coste selvagge e bellissime di La Coruña, il suo livello di sogno, lirismo e tragedia va ancora più lontano.
(Alfonso Rivera, da Cineuropa)

Introduzione di Grazia Paganelli (Museo Nazionale del Cinema – Torino):