Blackout

     L’ombra del lupo – Concorso

Blackout

di Larry Fessenden

Usa, 2023, 103′
Sceneggiatura: Larry Fessenden
Fotografia: Collin Brazie
Musica: Will Bates
Scenografia: Linnea Crabtree
Costumi: Michelle Elise
Effetti speciali trucco: Jared Balog, Brian Spears
Interpreti: Alex Hurt (Charley Barrett), Addison Timlin (Sharon), Motell Gyn Foster (Earl), Joseph Castillo-Midyett (Luis), Ella Rae Peck (Alice), Rigo Garay (Miguel), John Speredakos (Padre Francis), Michael Buscemi (Andy), Jeremy Holm (Harry), Joe Swanberg (Stuart), Barbara Crampton (Kate), James Le Gros (Tom Granick), Marshall Bell (Hammond)
Produzione: Larry Fessenden , J. Christian Ingvordsen, James Felix McKenney per Glass Eye Pix
Distribuzione: Yellow Veil Pictures

In programma Venerdì 27/10/23 – ore 20:30 – Spazioporto

Nella cittadina di Talbot Falls, il pittore Charley Barrett cerca di smascherare la corruzione dello spietato costruttore Hammond e nel contempo prova a riconciliarsi con l’ex moglie Sharon, figlia dello stesso Hammond. Ma su di lui grava una maledizione: Charley è infatti un lupo mannaro, responsabile di una serie di macabri omicidi. Gli abitanti della zona credono colpevole uno degli operai latini del cantiere di Hammond e, con il sorgere della luna piena, il loro desiderio di giustizia raggiunge il culmine, mentre Charley soccombe ancora una volta alla sua trasformazione.

Note di regia:
Quando si pensa a un lupo mannaro, parte della domanda è: come influenzerebbe una comunità? Volevo che [il film] fosse il ritratto di una comunità che, purtroppo, è molto vulnerabile alle divisioni. Mi sembra che questa sia la storia dell’America in questo momento storico. Siamo letteralmente pronti a rivoltarci l’uno contro l’altro, e qualsiasi persona in malafede può approfittare di qualcosa che sta accadendo per usarla a proprio vantaggio. C’è quindi un elemento di propaganda e disinformazione di cui tutti soffriamo. Voglio esplorare il momento in cui ci troviamo mentre mi godo questi miti più antichi e profondi sulla dualità, sul nostro rapporto con la natura, sul senso di colpa e su tutte le altre cose che si spera siano implicite in queste storie.
(Larry Fessenden, da Bloody-Disgusting)

Larry Fessenden
Attore, regista, produttore, sceneggiatore, montatore e direttore della fotografia, è uno dei nomi fondamentali del cinema indipendente americano degli ultimi trent’anni. Nato a New York, dove vive e lavora, studia alla NY University, dove produce un primo lungometraggio in video, Habit, poi rifatto in pellicola nel 1997. Nel 1985, per realizzare il progetto di 4 ore Experienced Movers, fonda la compagnia Glass Eye Pix, con cui realizza le sue opere successive e quelle di altri filmmaker indipendenti (fra i nomi che ha aiutato figurano Jim Mickle, Ti West e Ana Asensio). Il pubblico italiano lo scopre nel 2002 quando il Torino Film Festival gli dedica un omaggio con la trilogia horror formata da No Telling (poi noto anche come La sindrome di Frankenstein), il già citato Habit e Wendigo. All’attività cinematografica affianca anche quella di musicista con la band Just Dessert, fondata nel 1987, e a vario titolo ha anche scritto libri e videogames. Dopo Depraved (presentato alla quarta edizione di Monsters), che rivisitava il mito di Frankenstein, il suo ultimo Blackout prosegue la sua ricognizione sui mostri classici.

La critica:
Fessenden usa gli attriti culturali come una solida struttura su cui costruire il suo film di mostri. Dona in questo modo alla storia un background con cui lo spettatore può relazionarsi e che aggiunge un po’ di tristezza per gli eventi che seguiranno, mentre li integra perfettamente a quello che Charley fa quando c’è la luna piena. Come la maggior parte dei film di Fessenden, Blackout utilizza un approccio minimalista ai suoi elementi soprannaturali, radicandoli nella realtà e offrendoci qualcosa che sembra e risulta unico.
(Emily Von Seele, da Daily Dead)