Kindil El Bahr

     Forme dell’acqua

Kindil El Bahr

di Damien Ounouri

kindilAlgeria 2016, 40′
Sceneggiatura: Adila Bendimerad, Damien Ounouri
Fotografia: Mohamed Tayeb Laggoune
Montaggio: Adila Bendimerad, Matthieu Laclau, Damien Ounouri
Musiche: Fethi Nadjem, Khaled & Zahouania
Interpreti: Adila Bendimerad (Nfissa), Nabil Asli (Samir), Mohamed Seghir Bendaoud (subacqueo)
Produzione: El Hadi Bouabdallah per Mediacorp

Anteprima nazionale

Durante una giornata in spiaggia con la famiglia, Nfissa, una giovane madre, viene linciata a morte da un gruppo di uomini perché nuota da sola al largo. Nessuno sembra aver visto nulla e il marito Samir inizia a cercarla invano. L’ansia e la paura crescono, soprattutto perché, sulla stessa spiaggia, i bagnanti iniziano a morire improvvisamente.

Note di regia:
Abbiamo iniziato a parlarne come di una storia di trasformazione, perché siamo interessati alla metamorfosi del corpo. Penso che questa scelta sia stata molto stimolante per l’immaginazione. Improvvisamente, rivivere il personaggio di Nfissa ci ha permesso di raccontare cose molto profonde sulla paura. Nfissa è stata ingiustamente sottratta alla vita. Per me, tutte le persone assassinate perseguitano le menti dei loro assassini. Ecco perché abbiamo pensato alla vendetta di Nfissa.
(Damien Ounouri, da Elwatan.com)

Damien Ounouri
Vive in Algeria dove è nato nel 1982. Il suo primo documentario, Fidaï (2012) è stato prodotto dal regista cinese Jia Zhang Ke ed è poi stato mostrato al Toronto International Film Festival. Kindil El Bahr è il suo primo film di fiction, ed è stato presentato a Cannes alla Quinzaine des réalisateurs.

kindilfilm

La critica:
Nelle maglie strette della breve durata, Damian Onouri ha firmato un film straordinario: acuto, potente, politico, uno squarcio in una società, una forte presa di posizione su un dramma sottovalutato. La regia è abile nell’alternare panoramiche sulla magnificenza della natura che dà e toglie la vita alla concitazione serrata della lotta e dalla morte, mentre la sceneggiatura apre al dolore del marito e della madre che hanno perso l’amore senza mai cadere nel sentimentalismo, e senza dimenticare di mantenere sempre ben salde le redini di un’allegoria politica dura, umana, piacevolmente orrorifica nel nuoto della creatura, nelle sue urla di morte, nei suoi attacchi alla spiaggia e alle barche.
(Marco Romagna, da Cinelapsus.it)

Introduzione di Leonardo Gregorio (duels, Brigadoon):