Halloween – La notte delle streghe

     Slasher Story

Halloween – La notte delle streghe (40° anniversario)

di John Carpenter

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Usa, 1978, 91′
Sceneggiatura: John Carpenter, Debra Hill
Fotografia: Dean Cundey
Montaggio: Charles Bornstein, Tommy Lee Wallace
Musica: John Carpenter
Scenografia: Tommy Lee Wallace
Interpreti: Donald Pleasence (Dr. Sam Loomis), Jamie Lee Curtist (Laurie Strode), Nancy Loomis (Annie Brackett), P. J. Soles (Linda), Nick Castle (Michael Myers)
Produzione: Debra Hill per Compass International Pictures
Distribuzione: Stardust

 

Haddonfield, Illinois, notte di Halloween del 1963. A soli sei anni, Michael Myers massacra la sorella a coltellate. Rinchiuso in un ospedale psichiatrico, evade quindici anni dopo. Solo il dr. Loomis, lo psichiatra che lo ha avuto in cura, cerca di fermarlo. È ancora la notte di Halloween, e Michael si accanisce contro un gruppo di ragazze, in cui spicca l’ignara babysitter Laurie Strode.

Note di regia
Alla base di Halloween c’è un’idea semplicissima. Lo stesso vale per Psyco [di Alfred Hitchcock]: è un folle in una casa. Ma Psyco è stato il nonno degli slasher. La scena che fa più paura, per me, è quella in cui Arbogast sale le scale. La porta si apre ed esce la madre di Norman Bates. È il momento più terrorizzante di tutto il film, non ci si aspetta che da lì esca qualcuno. Così ho preso quella sequenza come punto di riferimento e ci ho costruito intorno un intero film, un film su qualcosa che viene fuori dal nulla.
(John Carpenter)

John Carpenter
Nato a Carthage, nello stato di New York, il 16 Gennaio 1948 è uno dei più autorevoli rappresentanti del nuovo cinema fantastico americano emerso negli anni Settanta: dopo gli studi alla University of Southern California, ha iniziato una carriera da cineasta indipendente, caratterizzata da capolavori come Halloween (1978), Fog (1980), 1997: Fuga da New York (1981), Il Signore del Male (1987), Essi vivono (1988), Vampires (1998). Non è da meno la produzione per gli studios, con film quali La cosa (1982), Starman (1984), Grosso guaio a Chinatown (1986), Il seme della follia (1994). È anche un apprezzato musicista, come testimonia il dittico di Lost Themes.

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La critica
Michael Myers incarna specularmente i timori più intimi dell’infanzia e la loro dinamica catartica. Nel suo corpo di Boogeyman finiscono naturalmente per confluire le tradizionali paure dei bambini (il buio, l’abbandono, le presenze malvage…), prima fra tutte quella di crescere. E infatti il suo ritorno, a quindici anni di distanza dalla notte del 1963, in età adulta, è funzionale a una reiterazione all’infinito di quel gesto (l’uccisione della sorella) che lo aveva consegnato alla sua interrotta – e dunque perpetua – infanzia. E di lì in poi il suo statuto di realtà dipenderà esclusivamente dalla ripetizione di una configurazione infantile che per lui coincide con la mascherata di morte di cui fu protagonista a sei anni: di qui la sua immortalità, che è l’immortalità di chi ripete un gesto tragicamente “magico” (l’omicidio dell’adulto) in una notte lucidamente “magica” (quella di Halloween) per tenere in vita la sua infanzia.
(Massimo Causo, Davide Di Giorgio, Halloween: Dietro la maschera di Michael Myers, Le Mani editore)