Ganja & Hess

     Black Horrors Matter

Ganja & Hess

di Bill Gunn

Usa, 1973, 113′
Sceneggiatura: Bill Gunn
Fotografia: James E. Hinton
Montaggio: Victor Kanefsky
Musica: Sam Waymon
Scenografia: Tom John
Costumi: Scott Barrie
Interpreti: Duane Jones (Dr. Hess Green), Marlene Clark (Ganja Meda), Bill Gunn (George Meda), Sam Waymon (Reverendo Luther Williams), Leonard Jackson (Archie), Mabel King (Regina di Myrthia), John Hoffmeister (Jack Sargent), Candece Tarpley (ragazza del bar), Betty Barnery (cantante in chiesa)
Produzione: Allan Kelly, Chiz Schultz per Kelly/Jordan Enterprise
Distribuzione: Kelly/Jordan Enterprise

Il dr. Hess Green, antropologo, durante i suoi viaggi di ricerca, è stato colpito con un antico pugnale, che gli ha conferito l’immortalità, ma al prezzo di nutrirsi di sangue umano. Quando Ganja, la bella e volitiva moglie del suo assistente George Meda, fa irruzione nella sua villa, nasce fra i due una passione fatta di amore e di sangue.

Note di regia:
Se fossi bianco, sarei probabilmente definito “originale e differente”. Se fossi europeo, Ganja & Hess sarebbe “quel piccolo film da vedere assolutamente”. Ma poiché sono nero, non mi viene riservato nemmeno quell’orgoglio che un qualsiasi americano sente per un altro quando scopre che il film di un proprio conterraneo è stato l’unico film statunitense selezionato per la Semaine de la Critique al Festival di Cannes nel maggio del 1973. Nessun critico bianco di nessuna principale testata ha nemmeno fatto menzione della cosa.
Sono molto orgoglioso dei miei attori in Ganja & Hess. Hanno lavorato duro, con una dedizione verso la loro arte e razza che è ovviamente estranea ai critici. Voglio ringraziare loro e i miei fratelli e le mie sorelle nere che hanno espresso solo gratitudine e amore per i miei sforzi.
(Bill Gunn, lettera al New York Times, 1973)

Bill Gunn
Nato a Philadelphia nel 1934, è stato regista, attore, sceneggiatore, scrittore e commediografo, classificandosi come un autentico outsider e una delle più brillanti personalità del cinema nero americano. La sua carriera inizia nel 1950, dopo aver studiato da attore con Mira Rostova nel West End Village di New York. Nel 1954 recita a Broadway con James Dean e viene così introdotto al circolo di amicizie che comprende anche Montgomery Cliff e Marlon Brando. Il suo film di debutto, Stop!, del 1970, viene però accantonato dalla Warner Bros e resta inedito fino alla sua morte, quando ne viene ritrovata una copia in 35mm. Miglior fortuna non arride al suo secondo film, Ganja & Hess, che dopo l’anteprima a Cannes e un modesto risultato commerciale, viene accorciato da 113 a 78 minuti dai produttori che speravano di poter così capitalizzare sull’onda data dal successo di Blacula. Il film verrà restituito alla sua forma originale molti anni dopo, grazie a un elaborato restauro partendo dalla copia custodita al Museum of Modern Art di New York. Gunn prosegue intanto la carriera fra teatro e cinema come attore (il 1980 vedrà la sua terza e ultima regia, Personal Problems), fino alla scomparsa prematura nel 1989. Nel 2014, Spike Lee dirige Il sangue di Cristo, rivisitazione di Ganja & Hess, in onore di quello che definisce “uno dei registi più sottovalutati del suo tempo”.

La critica:
Se Ganja & Hess supera il limite, lo fa magnificamente. La presenza dell’enorme e maestosa antica regina Myrthiana suggerisce una potenza africana monolitica che potrebbe considerare la civiltà europea o quella americana come mode passeggere recenti. Vediamo la regina comparire nelle allucinazioni, ma è anche sfocata sullo sfondo quando Hess sposa Ganja come preparazione per avviare la sua nuova amante all’immortalità dei vampiri. L’opposizione tra la religione myrthiana (una forma primordiale di vudù) e il cristianesimo afroamericano, rappresentato da una sexy succube e da un retto ministro, ricorre in Def by Temptation (1991) di James Bond III. La versione di Gunn non è così chiara. La chiesa in cui Hess rinuncia alla sua immortalità attraverso un espediente poetico è in gran parte un’istituzione nera americana, ma c’è la consapevolezza che il cristianesimo è anche una religione africana.
(Kim Newman, dal booklet dell’edizione Blu-Ray Disc di Eureka Entertainment, 2014)