Werewolf

     Anteprima

Werewolf

di Adrian Panek

werewolfposter(Wilkolak)
Polonia, 2018, 88′
Sceneggiatura: Adrian Panek
Fotografia: Dominik Danilczyk
Montaggio: Jaroslaw Kaminski
Musica: Antoni Komasa-Łazarkiewicz
Scenografia: Anna Wunderlich
Costumi: Malgorzata Karpiuk
Interpreti: Kamil Polnisiak (Wladek), Nicolas Przygoda (Hanys), Sonia Mietielica (Hanka), Danuta Stenka (Jadwiga)
Produzione: Magdalena Kaminska, Agata Szymanska per Balapolis
Distribuzione: Media Movie

 

 

Film Vincitore del XXXIX Fantafestival

1945, fine della Seconda Guerra Mondiale. I soldati sovietici liberano i prigionieri del campo di concentramento di Groß-Rosen. Alcuni orfani vengono trasferiti in una casa abbandonata nei boschi, dove dovranno cavarsela da soli. La paura e la morte sono tutto ciò che hanno mai conosciuto. La casa viene poi attaccata da cani lupo affamati… e ancora una volta l’istinto di sopravvivenza dei giorni nel campo prende il sopravvento.

Note di regia
Noi umani eravamo abituati a pensare che fossimo civilizzati e colti, o che avessimo un’origine divina che ci distinguesse dal resto della natura. Dopo la Seconda guerra mondiale e l’Olocausto – il massacro di un gruppo di persone da parte di un altro, in nome della battaglia della specie – abbiamo completamente alterato questa prospettiva. Ora stiamo vedendo sempre più quell’elemento bestiale, biologico degli umani; ci percepiamo come animali con cervelli troppo cresciuti, ed è un completo cambio di paradigma. L’horror è sempre stato parte della nostra cultura, ma ora è su una scala diversa.
(Adrian Panek)

Adrian Panek
Nasce nel 1975 e dopo essersi indirizzato verso l’Architettura, si laurea in regia presso la Facoltà di Radio e Televisione dell’Università della Slesia di Katowice e presso la Master School of Directing di Andrzej Wajda. Dopo alcuni corti e documentari, esordisce nel 2011 con Daas. Werewolf è il suo secondo lungometraggio.

werewolffilm

La critica
Panek è più interessato a dipingere un quadro di un mondo privo di bontà e a creare un’atmosfera di terrore costante. Attraverso questa storia agghiacciante, pone domande semplici ma cruciali: può esistere un mondo senza bontà? Il bene è qualcosa che si può insegnare? Di solito, le storie di formazione – cosa che Werewolf è in una certa misura, per quanto sia una favola oscura e un film dell’orrore – portano i personaggi a sperimentare per la prima volta la malvagità e l’amarezza della vita. Qui è letteralmente lo specchio opposto, il che rende il film originale e fresco. Werewolf è anche un promemoria del fatto che i film di genere possono essere veicoli di contenuti più profondi (prendi, ad esempio, Shining) e non vanno sottovalutati.
(Ola Salwa, Cineuropa)