Zombi

     40 anni di Zombi

Zombi (edizione restaurata)

di George A. Romero

zombiposter(Dawn of the Dead)
Usa/Italia, 1978, 123′
Sceneggiatura: George A. Romero
Fotografia: Michael Gornik
Montaggio: George A. Romero, Dario Argento per la versione italiana
Musica: Goblin
Scenografia: Josie Caruso, Barbara Lifsher
Effetti speciali e make-up: Tom Savini
Interpreti: David Emge (Stephen), Ken Foree (Peter), Scott H. Reiniger (Roger), Gaylen Ross (Fran, Karen nell’edizione italiana), Tom Savini (motociclista)
Produzione: Richard P. Rubinstein, Claudio Argento, Dario Argento
Distribuzione: Midnight Factory (Koch Media)

Quando non ci sarà più posto all’Inferno, i morti cammineranno sulla Terra. L’epidemia zombie dilaga e un gruppo di superstiti decide di fuggire in elicottero, trovando rifugio in un gigantesco centro commerciale. Mentre la civiltà scivola verso il collasso, il gruppo si isola, crogiolandosi nell’illusione della felicità…

Note di regia
Come dice [il personaggio di] Peter: “Loro sono noi”. Tutti i mostri di finzione, quando non sono espressamente identificati con il Diavolo, rappresentano il nostro stesso male. Li creiamo noi e noi possiamo ucciderli. Mi piacciono gli zombi. Il mostro per tradizione ha sempre trovato la simpatia del pubblico. Non si può fare altro che averne simpatia: sono come gli squali, non possono che comportarsi così.
(George A. Romero)

George A. Romero
Nato il 4 febbraio 1940 nel Bronx, inizia la sua carriera girando con la sua società pubblicitaria un film nei ritagli di tempo: La notte dei morti viventi diventa così il prototipo dell’horror moderno e lo consacra quale figura imprescindibile del genere. Accanto ai successivi titoli della saga zombie (Zombi, del 1978, Il giorno degli zombi del 1985, La terra dei morti viventi del 2005, Diary of the Dead del 2007 e Survival of the Dead del 2009), la sua filmografia è caratterizzata da opere argute e in grado di riflettere le contraddizioni della società contemporanea con il linguaggio dei generi, spesso da riscoprire. Scompare a Toronto nel 2017.

zombimachete

Antologia critica
La principale novità rispetto al primo film sta nell’immagine, dai colori brillanti, dalle luci artificiali, dal sangue rosso vivo che schizza su muri e corpi, e soprattutto negli effetti splatter di Tom Savini. Teste mozzate e spappolate, corpi strappati a morsi, mutilazioni: tutto il racconto è scandito dal motivo della carne dilaniata, con effetti grafici e gag fisiche da black comedy che determinano una sorta di slapstick orrorifico, definito da qualcuno splatstick. (…) Se l’immagine dei morti viventi che si aggirano inebetiti tra i banchi del supermercato è diventata un simbolo del consumismo, non va dimenticato che l’abbondanza di merci scatena un entusiasmo dissennato in tutti i personaggi, né che l’intero film si apre sull’altro luogo simbolico della società massificata, la stazione tv. Zombi è la cronaca implacabile (…) dello spappolamento interno di questa società, per effetto degli stessi morti viventi che ha generato.
(Renato Venturelli, Storia del cinema Horror in 100 film, Le Mani editore)