Inferno rosso

     Notte Joe D’Amato

Inferno rosso: Joe D’Amato sulla via dell’eccesso

di Manlio Gomarasca e Massimiliano Zanin

infernorossoposterItalia, 2021, 70′
Sceneggiatura: Manlio Gomarasca e Massimiliano Zanin
Fotografia: Carlo Rinaldi, Gemma Doll Grossman
Montaggio: Alessandro Calevro
Musica: Beat Records Company
Interpreti: Aristide Massaccesi, Eli Roth, Michele Soavi, Claudio Fragasso, Ruggero Deodato, Jess Franco, Tinto Brass, Lamberto Bava, Jean-François Rauger, Luigi Montefiori, Franco Gaudenzi, Roberto Di Girolamo, Franco Lo Cascio, Giuliana Gamba, Manlio Cersosimo, Barbara Cupisti, Alberto De Martino, Daniele Stroppa, Francesca Massaccesi, Fabrizio Laurenti, Gianlorenzo Battaglia
Produzione: Federico Lami, Massimiliano Zanin, Andrea Di Nardo, Micaela Di Nardo per Wave Cinema, Fairway Film, Trullove

Chi era Aristide Massaccesi, in arte Joe D’amato? In America un genio dell’horror, in Francia un maestro dell’erotismo, in Italia un artigiano dei b-movie dai mille pseudonimi. Per tutti: il re del porno. Produttore, regista, autore, montatore, elettricista, operatore e direttore della fotografia. Un uomo fatto di cinema con centinaia di film realizzati spaziando dal porno all’horror, dalla fantascienza agli spaghetti-western, dal decamerotico ai b-movie in terra americana. Uno, nessuno, cento generi racchiusi in un autore solo. Una vita coraggiosa, folle, spericolata dedicata ad una sola, unica, insopprimibile e catastrofica ossessione: il set cinematografico.

Note di regia:
Raccontare Joe D’Amato è raccontare la parabola del cinema italiano e, sopra ad ogni cosa, raccontare un artista libero o, meglio, un artista che per tutta la vita ha fortemente voluto essere libero. Un cineasta che ha inteso la vita come cinema e il cinema come l’unica arma in grado di scuotere i corpi e, attraverso di essi, le coscienze, riuscendo ad emergere nel panorama cinematografico a livello internazionale. Il cinema di Joe D’Amato è corpo, sangue e desideri, è voglia di stupire e di sconvolgere a tutti i costi. Joe D’Amato ha contribuito più di chiunque altro a sfondare i confini della morale, esagerando ogni cosa, violentando lo spettatore per diventare quella SUPERNOVA della quale parla Nicolas Winding Refn.
(Manlio Gomarasca, Massimiliano Zanin)

Manlio Gomarasca
Nato a Milano nel 1972, ha fondato nel 1994 la rivista Nocturno Cinema di cui è editore e capo-redattore. È stato curatore delle retrospettive, Italian King of the B’s e Spaghetti Western per la Mostra Internazionale del cinema di Venezia e ha fatto parte, come membro o consulente, dei comitati di selezione della Festa del Cinema di Roma, del Nifff – Neuchâtel International Fantastic Film Festival, del Festival di Locarno e della Quinzaine des réalisateurs di Cannes. Dal 2015 si occupa di distribuzione cinematografica presso Koch Media, per la quale ha fondato ed è direttore artistico della label Midnight Factory. Ha diretto i documentari Totally Uncut, Fernando di Leo: la morale del genere, I Tarantiniani (con Stefano Della Casa) e nel 2013 ha prodotto il film Il notturno di Chopin per la regia di Aldo Lado.

Massimiliano Zanin
Nato a Vicenza nel 1971 è uno sceneggiatore, produttore e regista italiano. Per oltre 15 anni è stato lo sceneggiatore di fiducia e assistente sul set del regista Tinto Brass. Ha diretto il documentario Istintobrass, sulla vita e la carriera di uno dei più importanti autori del cinema italiano che gli vale la selezione ufficiale alla 70° Mostra del cinema di Venezia e la cinquina finalista ai Nastri d’Argento 2014 come miglior documentario sul cinema. Ha prodotto con Federico Lami il documentario Salvatrice, Sandra Milo si racconta in selezione ufficiale al Festival del cinema di Roma e il cortometraggio Inverno di Giulio Mastromauro vincitore del David di Donatello 2020.

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La critica:
Joe D’Amato il genere lo va letteralmente a “scarnificare”, traendone elementi e intuizioni attraverso cui creare un microcosmo etico/estetico personalissimo e distante da quello dei maestri cui guarda costantemente. Ma non solo. Ripensare al cinema di Joe D’Amato oggi implica un vero e proprio atto politico: vuol dire interrogarsi sul cambiamento dei codici culturali quando si parla di sessualità e del modo in cui pensiamo la rappresentazione del sesso sul grande schermo. In tutte le sue ambiguità e contraddizioni. In tutti i suoi aspetti più torbidi e destabilizzanti.
(Elvira Del Guercio, da Nocturno Cinema n. 226, Ottobre 2021)