Gaia

     Nuove tendenze – Concorso

Gaia

di Jaco Bouwer

Sudafrica, 2021, 96′
Sceneggiatura: Tertius Kapp
Fotografia: Jorrie van der Walt
Montaggio: Leon Visser
Musica: Pierre-Henri Wicomb
Scenografia: Rocco Pool
Effetti visivi: Craig Parker
Effetti speciali trucco: Clinton Smith
Interpreti: Monique Rockman (Gabi), Carel Nel (Barend), Alex van Dyk (Stefan), Anthony Oseyemi (Winston)
Produzione: Jaco Bouwer, Tertius Kapp, Jorrie van der Walt per Film Initiative Africa
Distribuzione: XYZ Films




Nel fitto di un’antica foresta, qualcosa sta crescendo. Qualcosa di più antico dell’umanità stessa e forse di ancora più grande. Quando una guardia forestale si inoltra in quei luoghi, incontra un uomo e suo figlio che vivono allo stato primordiale, minacciati da strane presenze post-umane, che suggeriscono il pericolo più grande, proveniente dal profondo della terra.

Note di regia:
Gaia è diventato un ritratto di paranoia teologica: che ne sarà dell’umanità una volta che scoprirà di essere stata espulsa dall’Eden? O, ancora di più: che l’Eden stesso l’ha espulso, gli si è rivoltato contro, e si sta vendicando? Muovendoci al confine tra fantasia e realtà, ci chiediamo quanto sia reale la visione mostruosa della natura da parte dei personaggi e quanto sia invece frutto di una visione psicotica. La loro discesa nella follia è un desiderio di salvezza caotica, un desiderio di farsi animale, un vangelo che si replica come una malattia. Qui sta il fulcro del film: Gaia è un horror ecologico e un dramma survivalista che si sviluppa in una parabola religiosa da incubo.
(Jaco Bouwer, da Screenrant)

Jaco Bouwer
Jaco Bouwer ha studiato e lavorato in teatro per molti anni e solo di recente ha iniziato a dedicarsi al cinema. Ha vinto numerosi premi per le sue produzioni teatrali, dove ha creato lavori che resistono alle convenzioni e alle facili categorizzazioni. Dopo aver collaborato a numerose serie e film per la televisione, ha debuttato ufficialmente nella regia di un lungometraggio con Gaia. Uno dei suoi cortometraggi, This Country is Lonely, è stato premiato al festival di Rotterdam nel 2019.

La critica:
Eco-horror lisergico e affascinante, tra Cuore di tenebra e il post-esotismo di Antoine Volodine. Il regista sudafricano, Jaco Bouwer, realizza un’opera attaccata alla materialità del corpo da un lato e con un messaggio filosofico/ambientalista dall’altro. La protagonista Gabi, costretta a sopravvivere con i due superstiti, intraprende dei veri e propri trip fungini nella foresta, madre e matrigna, che dà rifugio a una creatura violenta e protettrice. Chi è dunque il vero mostro? Gaia accompagna lo spettatore in un viaggio in cui la natura cerca di riprendersi i propri spazi, tentando di impartire una lezione all’uomo sempre troppo egoista e corruttibile.
(Andreina Di Sanzo)