Ella se queda

     Il bacio delle vampire

Ella se queda

di Marinthia Gutiérrez

Titolo internazionale: She Stays
Messico, 2024, 10′
Sceneggiatura: Marinthia Gutiérrez
Fotografia: Mayela Ponce
Montaggio: Marinthia Gutiérrez
Costumi: Isa Guadalupe
Musica: Amor Amezcua, Rob Coudert
Interpreti: Marianna Escobedo, Sofia Jofré, Násmar Guzmán, Leo Aldair, Brenda Bellozo
Produzione: Melissa Castañeda per Violeta Cine, Standard Fantastic, Peonia Films
Distribuzione: Lights On





In collaborazione con Vicoli Corti

In programma Martedì 26/11/24 – ore 18:15 – Savoia Cityplex

A Tijuana, in Messico, Laura viene ammessa a un corso di danza all’estero e deve prendere rapidamente una decisione. Esce con la sua amica Ana, che presume che non accetterà l’offerta perché è ancora legata al suo ex, José. Durante la serata in centro, Laura nota diverse ragazze che la osservano attentamente ovunque vada. Distratta e ansiosa, non riesce a divertirsi come le sue amiche ed è costantemente infastidita dalle supposizioni che fanno su di lei. Dopo un incontro con José nel corso della notte, Laura porta il suo corpo a una congrega di vampiri ballerini – le ragazze che ha visto durante la notte – e viene iniziata al gruppo.

Note di regia:
Con questa storia, sapevo di voler realizzare un racconto cinetico, visivamente e sonoramente forte, sulla tempesta emotiva e sulla svolta che si affronta quando si abbraccia il destino.
Amo l’horror e il genere come metafore, e in questa storia diventare un vampiro è una trasformazione fisica e emotiva, simile alla simbologia assegnata alle farfalle. Il personaggio principale passa attraverso la morte ma anche la rinascita: il passato, la morte, è colorato da toni monocromatici e la vita, la non-morte del vampirismo, è dipinta a colori, sovvertendo l’iconografia vintage di vedere i vampiri in un bianco e nero gotico, rendendo invece quel mondo lussureggiante e a colori, pur giocando sempre con la stilizzazione delle tecniche da vecchia scuola di filmmaking.
(Marinthia Gutiérrez)

Marinthia Gutiérrez
Sceneggiatrice, regista e coreografa. Nata a San Diego, in California, è cresciuta a Tijuana. Nel 2018 si è laureata alla School of Theatre, Film and Television dell’UCLA con una specializzazione in cinema e regia di fiction.

La critica:
Danza catartica, vertigine cromatica, trip in 16 mm.
Marinthia Gutierrez tributa la mitologia vampiresca, la contamina, la carica di un’aura lisergica.
Ne adotta simboli e metafore per raccontare il guado tra appartenenza e aspirazione, un bivio esistenziale rappreso matericamente nella pellicola.
Filtra attraverso il genere un’esperienza personale di sradicamento emotivo e disorientamento culturale.
Emancipa i corpi in un rito sinistro e seduttivo.
Tra Gaspar Noé e una Nouvelle Vague allucinata, nella notte sgranata di Tijuana, Laura, come crisalide delle tenebre, balla incontro al destino – e al colore, abbraccia la metamorfosi, rinasce a nuova vita – o non-morte.
(Fabio Di Bari, Vicoli Corti)